giovedì 17 agosto 2017

Punti di vista

Da domenica è tornato il freddo, probabilmente l'ultimo di quest'inverno: non è intenso come quello sentito a fine giugno o a luglio visto che il termometro non scende sotto i 16/17 gradi ed è proprio questo il punto che mi mette un po' in imbarazzo, che evidenzia il mio essere in qualche modo differente dai miei amici boliviani.
Per via delle mie origini non mi sembra che faccia assolutamente freddo come mi continuano a dire e mi fa sorridere il fatto del loro vedermi stupiti in maglietta e pantaloncini corti mentre loro indossano felpe o qualcosa che li faccia sentire al caldo: ammetto che mi sento un po' in disagio, la tentazione è di indossare una felpa leggera per non dare troppo nell'occhio, per confondermi del gruppo ma comincerei a sudare troppo! Praticamente qui faccio la parte del caloroso quando tutti quelli che mi conoscono in Italia possono giurare che sono un tipo molto freddoloso!
L'imbarazzo a cui accennavo è legata ai ragazzi: per evitare che si ammalino gli consiglio di mettersi dei capi che li riscaldino visto che li vedo tremare dal freddo oppure li mando nelle loro stanze affinchè si mettano una maglia a maniche lunghe... Finchè fuori c'è il vento freddo che soffia e si segnalano temperature sotto i 15 gradi fila tutto liscio perchè anch'io cerco di coprirmi per stare al caldo ma il problema si pone con il clima di questi giorni in cui giro praticamente in quella che per noi italiani è una tenuta estiva: dinnanzi alle mie parole i fanciulli mi guardano in modo abbastanza allibito come per dirmi che dovrei fare altrettanto. Non bastano le ragioni che do al riguardo e più di una volta mi sono beccato qualche romanzina sul fatto che se non mi copro di più rischio di prendermi un malanno, soprattutto dalla mia figlioccia più grande. A questo punto sorge un problema perchè i ragazzi mi guardano come ad un modello da cui prendere spunto e cercano di copiarmi: a volte certi atteggiamenti valgono più di qualche parole ed in questo caso me ne sono accorto però col tempo e con molta pazienza sono riuscito a spiegargli il motivo della mia percezione del freddo così diversa dalla loro.
All'inizio non ci avevo pensato, ammetto che prendevo un po' in giro le mie conoscenze boliviane facendo la battuta che non avevano mai conosciuto davvero il significato di temperatura bassa ma quest'anno, chissà per quale folgorazione, sono venuto a capo della situazione: tutto è riconducibile alle proprie esperienze, alle proprie origini. Essendo nato e cresciuto in Italia, con inverni in cui spesso si va sotto zero e nevica, la mia percezione di freddo è ben diversa da qualsiasi abitante di Santa Cruz, abituato ad una temperatura che mediamente è sopra i 24/25 gradi! E' naturale quindi che quando il termometro segni meno di 20 gradi per qualunque persona nata e che viva qui faccia freddo perchè non è abituata mentre per me non lo è: mi meraviglio che mi ci sia voluto così tanto tempo per capirlo! La stessa cosa vale per il caldo: se già a 34 gradi mi sembra di sciogliermi, loro non fanno una grinza... Concetti a cui davo un significato assoluto ora assumono valore relativo perchè la differente percezione della temperatura è tutta questione del contesto in cui uno è nato e cresciuto! E questo va esteso a tutti gli aspetti della vita!
E' davvero una grande lezione quella che ho imparato: soltanto mettendosi nei panni dell'altro, con umiltà e senza la presunzione di voler mostrare chissà cosa, che si può scoprire una verità differente dalla propria; è vedere attraverso gli occhi dell'altro cose che possono essere diverse, addirittura contrapposte alla propria visione del mondo ma che coesistono con lei, non negandola ed arricchendola quando ci si rende conto che esistono. Mi sento uno sciocco ad averla appresa dopo così tanto tempo ma sono felice perchè ne è valsa la pena, anche se è buffo pensare ci sia voluta la presenza di un po' di freddo per farmelo capire.
Har baje

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