lunedì 8 agosto 2016

Due sposi novelli in hogar

Ancora per qualche giorno abbiamo il piacere di ospitare Silvia e Francesco, una coppia di giovani che si è sposata da poco ed ha deciso di passare parte del loro viaggio di nozze qui tra noi: davvero una cosa che non capita tutti i giorni! 
Voglio ringraziarli a nome di tutti perchè ci hanno aiutato molto: non solo pitturando ma soprattutto portando la loro esperienza nel campo della fisioterapia, dando saggi consigli ed insegnando a Sandra quali sono gli esercizi migliori da fare ai nostri piccoli ospiti. Non si sono di certo risparmiati ed hanno trovato anche il tempo per mettere a posto una carrozzina per Bautista in modo che gli sia più facile muoversi. Un grazie veramente di cuore: ho notato nei volti dei ragazzi che gli hanno lasciato qualcosa dentro, il loro essere semplicemente se stessi è significato davvero tanto!
Ora lascio loro spazio così vi possono raccontare quanto hanno vissuto qui.

"Cari lettori di “Cronache Boliviane”, buon inizio di settimana!
Ci presentiamo: siamo Francesco e Silvia dalla provincia di Pordenone e vi scriviamo seduti sotto il porticato dell’Hogar Santa Maria de Los Angeles dove siamo ospiti di Marco da fine luglio. Ci siamo sposati il 16 luglio di quest’anno e come viaggio di nozze abbiamo pensato di visitare l’America Latina. Il nostro desiderio era quello di conoscere da vicino una realtà di servizio missionario e osservare per quanto possibile la quotidianità della vita delle persone. Abbiamo dunque contattato Marco che ci ha accolti qui e ci ha permesso di contribuire con qualche piccolo servizio alla gestione delle esigenze dell’Hogar.
Che dire di questo centro, di questi ragazzi, di questo missionario? Sarebbe difficile raccontare una realtà così particolare che se non si sperimenta sulla pelle è impossibile immaginare, perciò proviamo a raccontare il nostro sguardo su questo “focolare”, così si traduce in italiano la parola Hogar.
In questi giorni sono due le parole che ricorrono spesso nelle nostre chiaccherate e risuonano in noi: tenerezza e amore. Due parole talmente universali che possono significare tutto e nulla. Eppure la prima sensazione che abbiamo avuto, dopo esserci un attimo ambientati, è stata quella di essere tornati a casa. Non quella casa fatta di mattoni e abitudini ma quel luogo che, se si fa un po’ di silenzio, si riesce a ritrovare alla base delle nostre esistenze. Nel cammino che ci ha portati al matrimonio abbiamo costruito la nostra prima casa ed è bello scoprire come alla base di ogni vocazione ci si ritrovi tutti nella stessa casa, nello stesso focolare, in cui ognuno di noi custodisce ciò che di più autentico ed essenziale possiede per la propria vita: l’amore gratuito che si spende per l’altro, la tenerezza, la voglia di educarsi insieme.
Quando ascoltiamo Marco nei suoi racconti o lo vediamo stare con i ragazzi ci fa molta tenerezza perché, anche se lui non vuole che i ragazzi lo chiamino così, è proprio il papà di questo Hogar: sta attento che tutto fili liscio, protegge i ragazzi, tiene in ordine la struttura, aggiusta quello che si rompe e si prende cura con amore e pazienza di ogni singolo bambino. Cucina, taglia i capelli, educa e dà le regole, mette in castigo e ascolta i pianti e i litigi di tutti. Come si fa a non guardare a tutto questo con uno sguardo di tenerezza?
Quello che ci viene da pensare è che Marco ha costruito per se e per chi ci vive proprio una bella famiglia e una bella casa. Si potrebbe parlare delle fatiche, delle difficoltà, delle storture, delle contraddizioni che in questa società e in questa realtà non mancano ma si rischierebbe di pensare che stia tutto lì e invece siamo sicuri che ciò che ha spinto Marco a venire qui è ciò che ha spinto noi a sposarci e che spinge ognuno a fare quelle scelte che solo i pazzi sanno fare: l’amore. Queste cose si fanno solo per Amore, quell’amore che non fa calcoli, che ti acceca, che ti dà la spinta per affrontare situazioni che altrimenti non affronteresti.  Ecco, diciamo che come sposi in luna di miele il nostro sguardo cade sull’amore e sulle relazioni, come siamo prevedibili!
Per concludere questo pensiero della domenica, sotto il porticato di questo bell’Hogar abbiamo scelto di condividere con voi le parole di San Paolo ai corinzi (1 Cor 13,1-13) che hanno animato la celebrazione del nostro matrimonio e che rappresentano la magna carta di ogni forma di amore vero:
“Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi l’amore, sarei come bronzo che rimbomba o come un cimbalo che strepita. Se avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tanta fede da spostare i monti, ma non avessi l’amore, non sarei nulla. Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi l’amore, non mi gioverebbe a niente.
L'amore è paziente, è benevolo; l'amore non invidia; l'amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non addebita il male, non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità; tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
L'amore non avrà mai fine.
Ora dunque queste tre cose durano: fede, speranza, amore; ma la più grande di esse è l'amore.”
Un caro saluto
Francesco e Silvia"

Grazie ragazzi per le belle parole e sopratutto per aver scelto di aver fatto un pezzo di strada con me ed i miei ragazzi!
Har baje

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