C’è un momento della giornata che non voglio mai perdere,
costi quel che costi e nonostante le fatiche e le difficoltà incontrate nel
corso delle ore che lo precedono, e che in un certo senso è in grado di farmi
dimenticare le amarezze giornaliere e di darmi maggiori motivazioni: è quello
della buonanotte.
Ammetto che, a volte, nell’attesa
che i ragazzi finiscano di cenare la stanchezza si fa sentire e vengo accolto
dall’abbiocco per cui devo trovare qualcosa che me lo faccia passare o mi
prende una specie di angoscia nel vedere come arrivano alla fila per entrare
nella cappella: saltando, gridando, correndo e picchiandosi tanto che mi
verrebbe la voglia di andare via… Poi però mi dico che son bambini e gli spiego
con pazienza che così non va: possono sì chiaccherare ma non
urlando e dovrebbero stare un po’ più tranquilli e non agitarsi in questa maniera
anche per rispetto del luogo dove andremo a fare la preghiera.
Nell’entrare nella cappella tutti
i maschietti mi passano di fianco e non ce n’è uno che non mi saluti dicendomi
“buonanotte”, qualcuno lo fa col sorriso dipinto in volto: guai se non
contraccambio il saluto a ciascuno, ci rimarrebbero troppo male e me lo rinfaccerebbero!
Alla conclusione della preghiera
congedo le bambine ed i ragazzi (l’ordine varia a seconda di chi ho fatto
entrare per primo) augurandogli di riposare bene e, se fa freddo o c’è vento e
pioggia, gli raccomando di chiudere le finestre e di usare lenzuola e coperta. Subito
dopo ecco che arriva il momento più bello: tutti mi salutano e c’è chi mi viene
a stringere la mano. I più piccoli mi corrono incontro per un abbraccio e per
salutarmi con un sorriso mentre le piccoline mi auspicano di dormire con gli
angeli e la mia famiglia, strofinano le loro manine sulla mia pancia e mi danno un bacio sulla
guancia: non manca chi me dà tre, uno su ciascuna gota e l’altro in fronte.
Ultimamente mi fanno anche il segno della croce sul volto che io volentieri
contraccambio. C’è poi chi viene da me saltuariamente, forse perché in un
momento di difficoltà, e so che in quel frangente ha bisogno che ci sia
qualcuno che si faccia sentire che gli è vicino anche solo per pochi attimi….
E’ questione di pochi istanti ma è talmente intensa e sufficiente perché i
ragazzi mi facciano conoscere i loro desideri, le loro speranze, le loro angosce:
di recente mi è stato chiesto se accettavo di farle da “falso papà” perché non
sa dove sia finito quello vero; mi hanno invitato alla festa del papà perché non
ce l’hanno e mi vedono come un padre che cerca sempre di occuparsi di tutte le
loro necessità ed infine sono stato interrogato sul perché i propri fratelli e
parenti non vengono a trovarlo… A volte rispondo con un sorriso, in varie occasioni
con un sì perché non costa nulla e la richiesta non è impegnativa mentre in
altre mi tocca dire una bugia a fin di bene per rassicurarli e non farli cadere
in brutti pensieri.
Terminati i saluti invito i
fratelli e le sorelle a darsi la buonanotte: è una cosa che mi riempie il cuore
di gioia nel poterla ammirare, si vede che tra loro c’è un legame particolare e
molto forte ed è importante che ci sia perché spesso gli uni si fanno forza con
gli altri, non essendoci i genitori sono loro stessi ad incoraggiarsi ed a
difendersi a vicenda nelle difficoltà. Ogni giorno ne rimango ammaliato, mi
ritengo fortunato nel poterne essere testimone e mi fa dimenticare tutto il
peso della giornata: vedere dei fanciulli che, nonostante tutte le disavventure
passate, si vogliono così bene sono un vero esempio di amore fraterno!
Una volta finito il tutto, ecco
che all’uscita trovo sempre qualcuno che mi aspetta per un ultimo abbraccio e
mi aiuta a spegnere le luci ed a chiudere la porta, se si tratta di un ragazzo
lo accompagno fino al dormitorio: ogni attimo è sempre buono per stare in mia
compagnia.
Tornando verso la mia stanza spesso mi
capita di ripensare a tutto questo e semplicemente sorrido: a volte basta poco
per lasciarsi alle spalle quanto di negativo c’è stato nella giornata, ci sono
occasioni in cui un abbraccio ed un gesto di affetto ne possono cambiare il
senso e non vale soltanto per i miei ragazzi ma anche per il sottoscritto.
Har baje
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