martedì 24 marzo 2015

L'ora della buonanotte

C’è un momento della giornata che non voglio mai perdere, costi quel che costi e nonostante le fatiche e le difficoltà incontrate nel corso delle ore che lo precedono, e che in un certo senso è in grado di farmi dimenticare le amarezze giornaliere e di darmi maggiori motivazioni: è quello della buonanotte.
Ammetto che, a volte, nell’attesa che i ragazzi finiscano di cenare la stanchezza si fa sentire e vengo accolto dall’abbiocco per cui devo trovare qualcosa che me lo faccia passare o mi prende una specie di angoscia nel vedere come arrivano alla fila per entrare nella cappella: saltando, gridando, correndo e picchiandosi tanto che mi verrebbe la voglia di andare via… Poi però mi dico che son bambini e gli spiego con pazienza che così non va: possono sì chiaccherare ma non urlando e dovrebbero stare un po’ più tranquilli e non agitarsi in questa maniera anche per rispetto del luogo dove andremo a fare la preghiera.
Nell’entrare nella cappella tutti i maschietti mi passano di fianco e non ce n’è uno che non mi saluti dicendomi “buonanotte”, qualcuno lo fa col sorriso dipinto in volto: guai se non contraccambio il saluto a ciascuno, ci rimarrebbero troppo male e me lo rinfaccerebbero!
Alla conclusione della preghiera congedo le bambine ed i ragazzi (l’ordine varia a seconda di chi ho fatto entrare per primo) augurandogli di riposare bene e, se fa freddo o c’è vento e pioggia, gli raccomando di chiudere le finestre e di usare lenzuola e coperta. Subito dopo ecco che arriva il momento più bello: tutti mi salutano e c’è chi mi viene a stringere la mano. I più piccoli mi corrono incontro per un abbraccio e per salutarmi con un sorriso mentre le piccoline mi auspicano di dormire con gli angeli e la mia famiglia, strofinano le loro manine sulla mia pancia e mi danno un bacio sulla guancia: non manca chi me dà tre, uno su ciascuna gota e l’altro in fronte. Ultimamente mi fanno anche il segno della croce sul volto che io volentieri contraccambio. C’è poi chi viene da me saltuariamente, forse perché in un momento di difficoltà, e so che in quel frangente ha bisogno che ci sia qualcuno che si faccia sentire che gli è vicino anche solo per pochi attimi…. E’ questione di pochi istanti ma è talmente intensa e sufficiente perché i ragazzi mi facciano conoscere i loro desideri, le loro speranze, le loro angosce: di recente mi è stato chiesto se accettavo di farle da “falso papà” perché non sa dove sia finito quello vero; mi hanno invitato alla festa del papà perché non ce l’hanno e mi vedono come un padre che cerca sempre di occuparsi di tutte le loro necessità ed infine sono stato interrogato sul perché i propri fratelli e parenti non vengono a trovarlo… A volte rispondo con un sorriso, in varie occasioni con un sì perché non costa nulla e la richiesta non è impegnativa mentre in altre mi tocca dire una bugia a fin di bene per rassicurarli e non farli cadere in brutti pensieri.
Terminati i saluti invito i fratelli e le sorelle a darsi la buonanotte: è una cosa che mi riempie il cuore di gioia nel poterla ammirare, si vede che tra loro c’è un legame particolare e molto forte ed è importante che ci sia perché spesso gli uni si fanno forza con gli altri, non essendoci i genitori sono loro stessi ad incoraggiarsi ed a difendersi a vicenda nelle difficoltà. Ogni giorno ne rimango ammaliato, mi ritengo fortunato nel poterne essere testimone e mi fa dimenticare tutto il peso della giornata: vedere dei fanciulli che, nonostante tutte le disavventure passate, si vogliono così bene sono un vero esempio di amore fraterno!
Una volta finito il tutto, ecco che all’uscita trovo sempre qualcuno che mi aspetta per un ultimo abbraccio e mi aiuta a spegnere le luci ed a chiudere la porta, se si tratta di un ragazzo lo accompagno fino al dormitorio: ogni attimo è sempre buono per stare in mia compagnia.
Tornando verso la mia stanza spesso mi capita di ripensare a tutto questo e semplicemente sorrido: a volte basta poco per lasciarsi alle spalle quanto di negativo c’è stato nella giornata, ci sono occasioni in cui un abbraccio ed un gesto di affetto ne possono cambiare il senso e non vale soltanto per i miei ragazzi ma anche per il sottoscritto.
Har baje

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