venerdì 4 luglio 2014

Malato

Non sono un superuomo e, a volte, capita di ammalarmi: l'ultima occasione è stata domenica scorsa, niente di che ma il freddo degli ultimi giorni ha mandato al tappeto il mio stomaco e sono rimasto a letto tutto il giorno, mandando in aria il mio progetto di andare coi ragazzi alla proclamazione della nuova parrocchia a una mezzora circa di passeggiata dall'hogar. Su insistenza di Liliana anche lunedì sono stato a riposo e devo ammettere che è stato giusto così: meglio recuperare con calma, senza fretta, per evitare ricadute che possono essere ben peggiori!
Nelle occasioni in cui sto male mi rintano nel letto della mia camera e non esco se non per casi di estrema necessità: per poter godere di un bel po' di riposo assoluto, viene detto ai ragazzi di stare alla larga dalla porta della mia stanza e della mia cucina perchè altrimenti verrebbero tutti a sincerarsi delle mie condizioni, preoccupati dal fatto di non vedermi tra loro. L'eccezione alla regola è data ad una coppia di ragazzi che, a turno, mi porta il pranzo o la cena altrimenti è Sandra, la nostra infermiera, o Liliana che vengono a chiedermi come va. 
In queste occasioni noto che aumenta la nostalgia di casa, soprattutto di poter dire esattamente come mi sento nella mia lingua e di qualcuno che si prenda cura di me quando proprio non riesco a stare in piedi: nonostante tutto però ho il personale e soprattutto i ragazzi che si preoccupano delle mie condizioni e non mancano i suggerimenti per potermi ristabilire al meglio, a volte alla preghiera serale è capitato che pregassero per una mia pronta guarigione!
Sebbene stia male, i miei doveri di missionario mi chiamano: ad esempio, con Sandra assente perchè Pablo era ricoverato, alla sera mi son ritrovato a curare i ragazzi in infermeria avendo la febbre alta. Ho preso tutte le precauzioni possibili e ricordo che mi sono sottratto ad abbracci e a segni di affetto dei ragazzi, felici nel vedermi in piedi: nonostante mi sia dispiaciuto non volevo contagiarli in alcun modo per cui questo mio comportamento era inevitabile! Essendo poi il custode delle varie chiavi delle stanze della struttura, non manca mai chi viene a bussare alla porta per chiedermele. Sono d'accordo con chi dice che sarebbe meglio riposare ma a volte le necessità prendono il sopravvento, come posso pensare a me quando c'è chi ha bisogno? Di solito sto male male un giorno per poi tornare in buona salute in tempi rapidi: poiché non so stare fermo come dice Liliana, nel giorno o in quelli di convalescenza mi metto a pensare e a fare progetti su come migliorare la struttura e la vita dei ragazzi e muoio dalla voglia di tornare subito al lavoro... Pensate che domenica, nel mio rigirarmi nel letto, rimuginavo sul fatto che l'indomani non avrei cominciato ad imbiancare i refettori e che era un bell'inconveniente perchè ora che i ragazzi sono meno sarebbe stato meglio approffittare delmomento: alla fine mi son rassegnato, anche perchè non potevo farci niente, pensando che è meglio prima rimettersi e che poi sicuramente qualcuno mi avrebbe aiutato, cosa che si è puntualmente verificata!
Har baje

stampa la pagina

Nessun commento:

Posta un commento