martedì 8 luglio 2014

Bisogno di affetto

In questi giorni di vacanze invernali mi rendo conto di quanto chi resta in hogar abbia un gran bisogno di qualcuno che lo ascolti, gli parli, passi il tempo con lui e che gli voglia bene per così com'è.
Me ne accorgo la sera che Jaime, dopo avergli somministrato la sua medicina, resta attaccato a me e appoggia la testa sulle mie gambe, dicendomi che quando tornerò in Italia lui verrà con me e chiaccherando del più e del meno.
Me ne capacito quando Bryan, uno dei più piccoli, appena mi vede mi corre incontro e sembra non mollarmi mai: nel veder la maggior parte dei ragazzi andar via per qualche giorno mi domandò quando sarebbe stato il suo turno. Cerca in ogni modo un'occasione per spingermi a portarlo in braccio e nelle occasioni di festa viene da me e si siede sulle mie ginocchia: l'ultima volta che l'ha fatto mi ha anche detto che mi vuole molto bene, dipingendo così nel mio volto un sorriso di soddisfazione.
Lo percepisco quando Jocelyn, piccola di 5 anni appena arrivata e già in procinto di tornare coi suoi genitori, dice alla suora se sarà lei la sua nuova mamma o quando viene spesso a cercarmi con un bel sorriso stampato in faccia, chiedendomi di tenerla in braccio o di passeggiare con lei, oppure mi dà il buongiorno correndomi incontro ed abbracciandomi.
Lo avverto quando, in questi giorni in cui sto imbiancando i locali adibiti a refettorio, i ragazzi si turnano per vedere cosa stia facendo e molto spesso restano lì in mia compagnia facendomi un sacco di domande che spaziano su vari argomenti.
Lo intuisco quando c'è la ressa per aiutarmi a fare qualcosa, perchè in quel preciso momento quel che conta non è tanto il fare ma stare in mia compagnia.
Lo capisco quando Juan Pablo, una piccola peste che è da poco con noi, mi dice che sono il suo papi e con un sorriso grande così mi viene incontro e stringe le braccia intorno a me. E' capitato che l'abbia punito perchè con un pugno ha rotto il vetro di una finestra: il castigo consisteva nel non vedere la televisione ed a stare con me mentre lavoravo. E' stato un momento importante perchè ha cominciato a parlare di sé, della sua paura che nessuno lo venga a trovare e l'ho fatto sentire a suo agio facendogli cantare ciò che più gli piaceva e poi ha cominciato a giocare con me, nascondendosi per poi cogliermi di sorpresa abbracciandomi forte forte da dietro: il suo essere così irrequieto è un modo per richiamare l'attenzione. Più passano i giorni, più mi convinco che ha bisogno di amore così come tutti qui all'hogar: visto il numero a volte l'impresa sembra impossibile! Il segreto è dosare le forze per poter distribuire un po' di affetto a ciascuno, senza avere fretta e rendendo speciale ogni momento in cui si sta insieme, iniziando nell'accettarli così come sono e dandogli l'importanza che meritano.
Har baje

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