sabato 22 giugno 2013

Incontro tra la spazzatura

Tra le varie cose di cui mi occupo all'hogar c'è quella di andare a buttare la spazzatura: il cassonetto si trova a circa due chilometri da noi (purtroppo nemmeno per la città se ne trovano molti) per cui vado con la camionetta e di solito mi faccio aiutare dai ragazzi.
Questo lunedì mattina, per una serie di impegni, sono andato da solo: parcheggio, scendo dalla macchina e mi imbatto in un uomo, credo sulla quarantina (qui è difficile dare un'età poichè la gente dimostra più anni di quelli effettivi, probabilmente a causa di quanto hanno vissuto), che stava rovistando nella spazzatura, probabilmente per trovare qualcosa da mangiare. Il suo aspetto era trasandato: portava dei vestiti sporchi e delle ciabatte, i suoi piedi erano molto sporchi, i capelli non molto curati e la barba incolta.
Al momento sono rimasto come imbambolato di fronte alla scena ma subito mi son ripreso salutandolo. Lui ha contraccambiato molto timidamente, pareva si vergognasse di esser stato scoperto a raccogliere rifiuti, mentre io mi stavo accingendo a svuotare la camionetta dai sacchetti dall'immondizia. Stavo ponendo le prime borse di rifiuti nel cassonetto quando mi chiede se poteva aiutarmi: gli dico di sì, che l'avrei apprezzato molto, e comincia a darmi una mano.
Al termine, entrambi ancora imbarazzati dal modo in cui c'eravamo incontrati, ci salutiamo e lo ringrazio moltissimo: salgo in macchina e riparto, accorgendomi con la coda nell'occhio che ora l'uomo comincia a rovistare nei sacchetti che avevamo riposto insieme ed a riporre qualcosa in una borsa che teneva in mano. In quel momento mi son sentito sprofondare: oltre a dirgli grazie, potevo aiutarlo in qualche modo? Potevo lasciargli qualche spicciolo anche se non mi aveva chiesto nulla, domandandomi solamente se poteva darmi una mano? Forse non ho avvertito una richiesta d'aiuto implicita e, in questo, quanto ha influito l'imbarazzo di trovarmi davanti ad una persona che si trovava a frugare tra i rifiuti per poter mangiare? Lui si trovava in una situazione di disagio maggiore della mia ma ha avuto la prontezza e la forza di aiutarmi mentre io pensavo di porre fine al più presto a questa situazione, probabilmente perchè scosso nel vedere ciò in un contesto di per sè già povero.
In questi giorni sto riflettendo su quanto accaduto, non trovando risposte: la certezza è che ho molto da imparare da quell'uomo che, cristiano o no, mi sembra molto più vicino di me ai principi di carità ed amore fraterno che Gesù ci ha insegnato. Nonostante si trovasse in una situazione di necessità non ha esitato ad aiutarmi senza chiedere nulla in cambio: davvero i poveri sono più vicini a Dio di qualunque altro e la loro vita, i loro gesti lo testimoniano ed ho avuto la fortuna di poterlo vivere in prima persona.
Har baje

stampa la pagina

Nessun commento:

Posta un commento