venerdì 8 marzo 2013

Le mie giornate in hogar


In attesa di sapere ad aprile quale sarà il mio destino in terra boliviana, sto cercando di dare il meglio di me qui all'hogar “Santa Maria de los Angeles”.
Come già raccontato nel post precedente, mi si chiede soprattutto la presenza in mezzo ai bambini, a cominciare dal pranzare con loro e col finire con la preghiera serale, passando per il gioco, gli scherzi e le risate. E' in questi momenti che cerco, nel mio spagnolo un po' stentato, di far capire loro quanto sia importante chiedere le cose con gentilezza (e pare che pian piano ci stia riuscendo), rispettare le regole anche se non le si condivide e risolvere i litigi parlandosi e non picchiandosi (e qui devo lavorarci sopra: il più delle volte mi tocca separare fisicamente i due litiganti creando una certa distanza fra loro e facendomi aiutare dagli altri bambini).
Oltre a questo porto i ragazzi più grandi in città a prendere il pane, che ci viene regalato da un forno grazie all'intervento di un'associazione giovanile apartitica ed aconfessionale di volontariato internazionale; vado a buttare via la spazzatura facendomi aiutare dai bambini (l'unico cassonetto della zona è a circa due chilometri dall'hogar); ho avuto l'incarico di ricordare i compleanni, cosa qui molto sentita e gradita, regalando un sacchetto di caramelle al festeggiato e facendogli ricevere gli applausi e gli auguri da tutti i suoi compagni prima di entrare nel refettorio per il pranzo, mentre la festa vera e propria avviene ogni due mesi e raggruppa tutti i compleanni avvenuti in quell'arco di tempo.
Nei momenti in cui non sto con i ragazzi, mi metto a disposizione delle varie necessità: stampo documenti col computer, faccio fotocopie e aiuto don Claudio, il tuttofare dell'hogar, in alcuni lavori. A volte ci sono degli imprevisti in cui spesso ci si deve ingegnare per trovare una soluzione, come ieri: qualcuno aveva lasciato le luci della camionetta accese e non c'era modo di aprirne le porte con le chiavi per poterle spegnere. Dopo alcuni vani tentativi, io e don Claudio abbiamo notato che, tirando la porta verso l'esterno, si riusciva ad ottenere una piccola fessura da dove far entrare un filo di ferro, in modo da riuscire ad aprire lo sportello dall'interno: dopo un po' di prove, finalmente siamo riusciti ad entrare in macchina e spegnere le luci, con soddisfazione da parte di entrambi!
L'altro giorno, invece, mi capita nell'ufficio del direttore un'educatrice che chiede se posso stampargli il foglio dei compleanni del mese salvato su una chiavetta USB: siccome non ci sono computer e dovevo collegare il mio portatile, gli dico se può aspettare cinque minuti perchè lo collegassi con una delle due stampanti presenti. Con la prima purtroppo non sono riuscito in quanto non ho trovato alcun driver per installarla, nemmeno in internet; con la seconda invece sono riuscito nell'intento ma l'inchiostro del nero era finito: ho cominciato a cercare nei cassetti un'eventuale cartuccia, trovando soltanto delle siringhe ed una bottiglietta piena di inchiostro. Poco male, pensai, sfrutto quello che ho a disposizione: dopo essermi imbrattato le mani di nero, finalmente riuscivo a ricaricare la cartuccia ma nel frattempo vengo a scoprire che il computer si era spento per lo scarico della batteria! Ah, dimenticavo: il documento da stampare era salvato con un programma che non avevo, per fortuna ho trovato in internet un'applicazione che mi ha consentito di aprirlo lo stesso! Morale della storia: una cosa che pensavo di fare in cinque minuti, l'ho fatto in circa quaranta ma vuoi mettere la soddisfazione di avercela fatta lo stesso!
Ora in questi giorni mi è stato chiesto di aiutare il personale con i ragazzi, seguendoli nei saloni di studio e durante la doccia e svegliandoli la mattina: questo perchè, per la prossima settimana, a turno un educatore dovrà andare ad assistere in ospedale Pablo, un ragazzo disabile ospite della struttura che ha una malattia ai reni. Speriamo di essere all'altezza del compito!
Har baje

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