Il bentornato me l’ha dato un grosso problema all’impianto elettrico, scoperto casualmente perché un modem non funzionava: nel settore interessato c’era una sovraccarica di energia che ha bruciato qualche cavo e c’era più di qualche filo che si trovava interrato senza alcuna protezione, esposto quindi al contatto diretto con l’acqua durante le piogge! Con una mappa di qualche anno fatta a mano e con l'aiuto di un elettricista tutto è stato sistemato in una settimana.
Benvenuto anche da parte della camionetta, che proprio oggi ho dovuto portare dal meccanico perché ha problemi con lo sterzo, quando si tratta di girare è molto duro e purtroppo ad una prima analisi sembra che sia da sostituire la cremagliera.
Ben arrivato anche dal tetto della cucina: speravo in una piccola tregua, dopo aver passato il 2024 a rifare i coperti, ma mi illudevo visto che, quando piove, si forma una piccola cascata che comincia dal soffitto fino ad arrivare al pavimento.
Anche il caldo ha voluto salutarmi alla sua maniera, con un’umidità pazzesca: non è stata una passeggiata ritrovarsi con temperature sopra i 35 gradi dopo circa un mese di inverno italiano.
Ecco infine il bentornato più bello e sperato: quello dei ragazzi, che mi hanno letteralmente circondato e coi più piccoli che mi venivano incontro con le braccia aperte. Ho avuto la fortuna di stare i primi giorni un po’ con loro in quanto mi sono ritrovato educatore prima di chi per castigo non è andato all’incontro degli hogares e poi dei maschietti: ho potuto così riprendere il cammino da dove si era fermato, capire come hanno passato il tempo in mia assenza e riallacciare i rapporti soprattutto coi più monelli. Ho spiegato loro che non è bello tornare e sentirsi dire che si sono comportati male, non è mai buono sapere che si sono distinti per le loro bravate perché so che anche a loro non piace il fatto che vengano risaltati più i loro difetti che i loro pregi: il sabato ho spiegato ai castigati che ogni cosa ha la sua conseguenza, che piaccia o meno, inoltre ho elencato quanto vedo di buono in ciascuno di loro e del rischio di vederlo oscurato in tutto o in parte dal loro atteggiamento.
Tempo qualche ora e la mia figlioccia non ha esitato a chiedermi subito dei consigli e non potevo dirle di no, nonostante il fuso orario da smaltire: in questi giorni si racconta, condivide le sue speranze per quest’anno e mi strappa un sorriso, perché sono dei buoni propositi che mi rendono orgoglioso. Tra qualche giorno comincerà a ricamare la tovaglia per la cappella: dovevo comprarle il materiale necessario e decidere con lei quello che avrebbe fatto, oggi ho compiuto la promessa ed ora tocca a lei fare la sua parte.
In questi pochi giorni ho già due momenti che conservo gelosamente: un paio d’ore passate a setacciare la farina con due bambine, in cui abbiamo riso e chiacchierato circa il mio soggiorno italiano, e le parole di uno dei ragazzi che, all’augurargli la buonanotte e rimboccato le lenzuola domenica scorsa, mi chiede “Marco, quando starai di nuovo con noi? Oggi sono stato davvero bene con te”.
Che dire? Son tornato nel posto che Qualcuno ha scelto per me e, nonostante tutto, sono felice così.
Har baje
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