sabato 12 giugno 2021

Un brutto venerdì

Comincio a pensare che il venerdì non faccia più per me: è da un bel po' che mi regala più di qualche brutta sorpresa e delle novità non proprio piacevoli. Ho imparato a riderci su, a cercare di vedere il lato positivo di quanto mi accadeva sempre durante quel giorno della settimana ma non ero preparato a ricevere una notizia così cattiva, la peggiore che mi sia successo di avere da tempo. A dirla tutta la giornata era cominciata anche bene visto che mi avevano somministrato la prima dose del vaccino per il covid ed avevo condiviso un pranzo speciale con qualcuno dei ragazzi: non c'era proprio niente che mi preannunciasse quanto mi sarebbe capitato da lì a poco! 
Stavo pelando la yuca con la cuoca e qualcuna delle ragazze più grandi quando mi squilla il cellulare: è Liliana e prima di risponderle ho subito pensato che il motivo della chiamata fosse legato ad una donazione da andare a ritirare o ad un imprevisto per cui era necessario un cambio di programma. Nulla di tutto questo: mi dice che nel whatsapp mi ha mandato un numero, devo richiamarlo urgentemente, si tratta di una delle suore dell'hogar dove vive Bautista, uno dei miei figliocci che da sempre è su una sedia a rotelle e ha problemi polmonari. Mi spiega che sta male, molto male e non devo perdere tempo: tentenno, stento a credere a quelle parole, mi si gela il sangue.
Una volta conclusa la telefonata mi precipito a fare il numero che mi è stato dato, dall'altra parte mi chiedono il piacere di riattaccare e di fare una videochiamata. Non dico nulla, mi limito a soddisfare quanto mi era stato richiesto sebbene mi costi un poco farlo visto che devo registrare il numero nella mia rubrica whatsapp che ha un numero telefonico diverso rispetto a quello che uso per le chiamate ordinarie. Lo faccio mentre le mie mani tremano vistosamente, nella mia testa c'è un viavai pazzesco di pensieri contrastanti tra loro mentre mi ripeto che non può essere vero quello sto vivendo in quel momento. Richiamo e nello schermo mi compare il volto del mio piccolo figlioccio: ha gli occhi arrossati e due tubi che entrano nel naso. La sua voce è affannosa, gli costa parlare più di quanto normalmente lo sia ma ha la forza di dirmi che sta male: ho un brivido, non ricordo che me l'abbia mai detto, nemmeno quando gli facevo compagnia durante i suoi ricoveri in ospedale. Cerco di sorridergli, alla domanda di come sto gli dico che va tutto bene e cominciamo a chiacchierare, dall'altra parte lo aiutano a farsi capire. Una volta congedatomi da lui, noto che la suora si sposta di stanza per potermi informare della situazione: sembra che sia questione di tempo, i polmoni del piccolo risultano seriamente danneggiati e il dottore ha suggerito di riportarlo al centro perchè non c'era più molto da fare per lui. Sono sconvolto a dir poco, comincio a singhiozzare ed a fil di voce le chiedo se posso venire a vederlo: mi risponde di sì, non posso che essere infinitivamente grato con lei e seguo il suo consiglio di andare subito da lui perchè c'è la possibilità che non arrivi all'indomani.
Chiudo la chiamata e scoppio in lacrime, non riesco proprio a crederci! Visto che le due camionette presentano qualche problema richiamo Liliana e le chiedo se può portarmi da Bautista, lo faccio trattenendo a stento il dolore che sto provando. Vado a cambiarmi e corro verso il cancello giusto nell'attimo che la macchina di Liliana arrivi e si fermi, salgo e le racconto quello che è passato. Durante il tragitto la mia mente è offuscata dai pensieri più cupi, mi rimprovero del fatto che non sia andato a visitarlo da quando ero tornato l'anno scorso sebbene lo volessi proteggere, se si fosse contagiato per causa mia non me lo sarei mai perdonato. Sapevo che era in buone mani e la mia speranza era che rimanesse in buona salute ma purtroppo non è stato così: mi hanno detto che aveva contratto il covid e ne era guarito sebbene avesse reso più complicate le sue condizioni di salute ma ora aveva avuto una ricaduta, vomita tutto quello che mangia, respira grazie al bombolone d'ossigeno e da qualche giorno gli fa male il petto, vicino al cuore.
Quando entro nella sua stanza lo vedo sdraiato nel letto, non è cresciuto molto dall'ultima volta. E' sorpreso di vedermi, vedo che i suoi occhi si umidiscono ed è così che capisco che è felice che sia lì. Lo vedo male, molto male e questo mi blocca, non riesco a rompere il ghiaccio. Per fortuna c'è Liliana che ha voluto accompagnarmi e rompe la tensione di quel momento: grazie a lei riesco a ritrovare il coraggio, la forza di essere me stesso con il mio figlioccio. Gli prendo la mano e lui me la stringe: lo fa con forza e questo mi rallegra, non ricordo che ne aveva così tanta e ciò mi fa ben sperare. Cominciamo a giocare ed a scambiare qualche parola, sebbene gli costi molto, ma a me basta guardare l'espressione dei suoi occhi per capirlo, è sempre stato così da quando è entrato nella mia vita. Mi ripete che sta male, sente dolore e mi indica il cuore, cerco di sviare il discorso ma non ci riesco. Posso dirgli soltanto che è forte, che lo è sempre stato e deve continuare ad esserlo per me e soprattutto per lui. Noto che è magro, anche troppo, e con la mano posso sentire che ha un buco al posto della pancia. Continuo a giocare con le mani come lo abbiamo fatto un sacco di volte, come se non fosse passato parecchio tempo prima di poter star ancora insieme. Non riesco a convincermi che le sue condizioni siano gravi, non riesco davvero a crederlo nonostante le parole di chi si sta prendendo cura di lui. Vorrei stare con lui ancora un po' ma è stanco, lui stesso mi invita ad andarmene. Prima di farlo però faccio in tempo a dirgli che gli voglio bene e lui mi risponde “anch'io”: non me l'aveva mai detto prima e lo fa stringendomi la mano più forte. In quel momento mi ha fatto un regalo grande, molto di più rispetto a quando mi ha chiesto di essere suo padrino.
Non l'ho visto bene, tutt'altro ma sono sicuro che Bautista, sebbene gli stia costando più del dovuto, si stia aggrappando alla vita, so che è così testardo da ottenere sempre quello che vuole: spero davvero che sia così anche stavolta, sebbene abbia molte sensazioni negative. Forza piccolo mio!
Har baje 

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