Un paio di giorno fa mi son ritrovato in mano dei disegni che i ragazzi avevano fatto l'anno scorso per rispondere ad una delle domande poste come esame finale per la catechesi di prima comunione e la cosa mi ha fatto strappare un sorriso: visto quello che la Chiesa proponeva come Vangelo del giorno ho avuto subito la sensazione che non si trattasse di una casualità ma di una Dio-incidenza, l'ennesima che ho avuto in dono nel corso della mia vita.
L'espressione che avevo dipinta nel volto era motivata dai ricordi che quelle immagini mi avevano evocato, che hanno un sapore particolare visto che personalmente sto vivendo un periodo in cui mi sto interrogando su molte cose: quello che avevo davanti per me rappresentava una piccola vittoria perchè testimoniavano che ero riuscito a trasmettere qualcosa ai loro piccoli autori e soprattutto che come catechista non me la cavo poi così male. Quegli schizzi volevano dare una risposta alla domanda su chi fosse Dio per loro: conoscerla per me era importante soprattutto dopo aver camminato insieme per un anno ed era nata dalla voglia di sapere se la loro opinione in merito fosse cambiata o meno, visto che si trattava della stessa questione che avevo posto loro all'inizio del catechismo. Gli avevo dato due opzioni per rispondere: potevano scrivere o disegnare, anche se personalmente preferivo la seconda possibilità in quanto credo dia una idea più chiara di quello che i ragazzi hanno nella loro testa, e vedendo i risultati non mi resta che essere soddisfatto di questa scelta.
Ricordo quando Isabel mi ha portato il suo esame finale tutta contenta: dopo aver controllato le risposte esamino il disegno e rimango sorpreso, gli chiedo che me lo descriva. Mi dice che ci sono gli alberi e la terra in quanto creati da Lui, c'è anche una colomba con in bocca un ramoscello perchè è simbolo di pace e poi c'è Dio che sta accanto a lei perchè le vuole bene ed è sempre lì sia quando è felice che quando piange. Le sue parole mi hanno colpito, ne ho apprezzato la sincerità e la semplicità e non posso che rimanere felicemente sorpreso visto che non mi aspettavo davvero un simile riscontro.
Qualche minuto dopo arriva Alex con la sua solita espressione indecifrabile, non so cosa aspettarmi da lui visto che nel percorso fatto insieme avuto degli alti e dei bassi. Vuole cominciare mostrandomi l'immagine che ha realizzato: sento che ne è orgoglioso e la cosa mi incuriosisce visto che non ama disegnare. Lo osservo: noto quello che è un bambino che afferra la mano di un adulto che porta un copricapo. “Quello lì sono io”, mi dice, “mentre l'altro è Dio che afferra la mia mano”. Anche stavolta posso solo essere soddisfatto, ho ricevuto più di quanto mi aspettassi nelle loro risposte e ne sono sorpreso: sentire queste cose da due ragazzi che sono stati abbandonati fin da piccoli è qualcosa di enorme, quegli schizzi mi testimoniano come abbiano capito che Qualcuno li ama anche se la loro storia mi racconta che i primi a non volervi sono stati i loro genitori, mi risulta difficile credere che siano riusciti ad associare Dio a qualcuno che li ama e resta sempre presente... Eppure ne sono testimone, ho le prove tra le mie mani! Provo un po' di invidia perchè una definizione così non sarei in grado di darla, io che al contrario di loro ho avuto la fortuna di essere cresciuto con gente che mi ha sempre voluto bene, sento un po' di vergogna visto che a volte mi interrogo sulla mia fede dimenticandomi della cosa più importante che questi fanciulli sono riusciti a farmi ricordare con due semplici illustrazioni ma soprattutto mi sento orgoglioso, contento perchè forse in quelle bozze c'è qualcosa di mio che sono riuscito a trasmettere e magari sono il solo a non essersene accorto. Mi sento arricchito e fortunato allo stesso tempo per quanto vissuto con l'aiuto di due ragazzi, che ringrazio di cuore per la bella lezione di vita che mi hanno impartito.
Har baje
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