mercoledì 11 settembre 2019

Un nuovo progetto

Questa settimana sono iniziati i lavori per realizzare un nuovo progetto: da quando sono qui ne ho fatto parecchi ma senz'ombra di dubbio questo è quello che considero il più importante e che nasce direttamente dal cuore.
L'idea di questa nuova opera nasce da una constatazione: quest'anno due delle ragazze più grandi hanno compiuto 18 anni e ciò significa la fine del sostegno economico da parte dell'autorità pubblica per le loro necessità e la conclusione della copertura sanitaria gratuita a cui avevano diritto in quanto ospiti di un centro di accoglienza per minori. In poche parole una volta maggiorenni queste fanciulle non dovrebbero più vivere in un hogar nonostante, nel loro caso, non abbiano nessuno che possa accoglierle in casa: praticamente si ritroverebbero a vivere in strada, con tutti i rischi che ciò comporta. Quest'idea naturalmente non mi piaceva: come abbandonare a se stesse delle giovani che ho visto crescere per ben 7 anni e considero come delle figlie? Liliana condivideva le mie stesse preoccupazioni, inoltre era importante per noi che terminassero gli studi del livello secondario visto che le mancava un solo anno e non c'era certezza sul fatto che li avrebbero conclusi nel caso se  ne fossero andate: sarebbe stato un vero peccato visto che si tratta di giovani con ottimi voti e che non si tirano indietro quando qui c'è bisogno di dare una mano!
Nasce così l'intenzione di poterle seguire ancora per un po' nel cammino che le dovrebbe portare ad essere più indipendenti ed ad ottenere il diploma, oltre a proteggerle in qualche modo dai pericoli del mondo esterno: non c'era nessun problema per il vitto, per l'alloggio sì visto che per le autorità non dovrebbero dormire all'interno della struttura. Una soluzione c'è: potrebbero vivere nei pressi della “cabaña”, una casetta costruita anni fa per ospitare gli eventuali volontari che venivano ed ora affittata ad un gruppo di sorelle, realizzando tre nuove camere ed un bagno. In questo modo avremmo risparmiato sulla realizzazione del pavimento visto che il perimetro dell'intera costruzione è piastrellato per tutta l'area recintata ma il grosso ostacolo tra il dire ed il fare purtroppo rimaneva il fattore economico: senza soldi il tutto sarebbe rimasto soltanto sulla carta.
Che fare allora? In questi mesi ci ho pensato molto ed alla fine mi sono convinto inviare una proposta di finanziamento ad un ente benefico, pur sapendo che l'aiuto mi sarebbe erogato a maggio dell'anno prossimo nel caso mi fosse accettato. Il problema è che a gennaio devo aver già trovato una sistemazione alle ragazze e i lavori dovevano cominciare a settembre per concluderli prima del periodo delle piogge: ero preoccupato visto che non avevo a disposizione la cifra necessaria a coprire l'acquisto dei materiali di costruzione e la manodopera, potevo attingere dai fondi destinati alla copertura di progetti per il 2020 ma non sarebbe bastato. Non riuscivo però ad arrendermi all'idea di non poter aiutare queste giovani per cui mi ritrovavo a rifare i conti con nuovi preventivi quasi ogni giorno e se trovavo delle offerte che mi permettessero di abbattere i costi non le lasciavo sfuggire: in cuor mio avevo già preso la decisione che l'ampliamento della cabaña si sarebbe fatto. Mai come questa volta mi sono affidato alla Provvidenza, sapevo che non mi avrebbe abbandonato visto che si trattava di una giusta causa, e mi sono ritrovato a chiedere aiuto scrivendo a vari contatti: ho ricevuto belle parole e promesse di appoggiarmi, era già troppo visto che in agosto tutti sono in vacanza. Il tempo però stringeva e dovevo dare una risposta al muratore: ormai ero convinto, l'opera doveva essere fatta anche se questo significava mettere a repentaglio i programmi di aiuto per l'anno prossimo ed è proprio in quel momento che ricevo la buona notizia che la Diocesi di Venezia, grazie all'intervento del direttore dell'ufficio missionario Don Paolo, mi ha anticipato la somma che mi spetta annualmente per la mia attività missionaria per cui la copertura economica era raggiunta! Era un segno e non potevo non essere felice nel coglierlo, ho ringraziato il Cielo perchè le mie preghiere erano state ascoltate e potevo finalmente vedere il futuro più roseo.
Qualcuno mi potrebbe chiedere i motivi per cui siamo arrivati ad avere delle ragazze maggiorenni nel centro: non dovrebbero andar via prima di quest'età? Perchè non ci siamo posti il problema prima? Le cose sono più complicate di quanto si pensi in quanto mentre per i ragazzi è più facile mandarli in altri hogar, dove tra l'altro possono apprendere una professione come ad esempio l'elettricista o il falegname, per le fanciulle la cosa è più problematica: quando arrivano a 13/14 anni è già difficile che vengano accolte in altre istituti perchè sono già “formate” e per questo risulta complicato inserirle nei loro cammini di formazione, i casi in cui si riesce a trasferirle sono molto pochi. E' una situazione che mi rattrista, vedo una disparità di trattamento e non la trovo affatto giusta perchè il potenziale di queste giovani viene messo a repentaglio: credo che più di tutto abbiano bisogno di una buona dose di fiducia per poterlo far emergere e, nel mio piccolo e soprattutto con l'aiuto di chi ci sostiene, sono più che convinto che questo progetto possa aiutarle a spiegare le ali ed esprimere il loro lato migliore in ogni occasione.
Har baje

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