domenica 21 febbraio 2016

Sicurezza

A volte accadono cose che ti riportano con i piedi per terra, facendoti aprire gli occhi sulla realtà che ti circonda e risaltando aspetti su cui non ci avevi mai pensato, forse perché si dava per scontato che non potessero mai accadere: è il caso di quanto successo alle prime ore del venerdì appena trascorso.
Stavo tranquillamente dormendo quando sento la voce di Don Eliseo, il nostro guardiano notturno, chiamarmi e poi bussare alla mia camera: mi son alzato quasi subito, complice il fatto che ero in stato di dormiveglia forse perchè avevo la sensazione che che qualcosa stava per accadere, e vedo che l’orologio segnava le due. Il mio primo pensiero era che uno dei ragazzi stesse male perché era inusuale che mi chiamasse a quell’ora, di solito lo faceva molto prima, e devo ammettere che son risultato molto sorpreso nel sentirmi dire di seguirlo verso l’entrata dell’hogar. Non avevo idea del motivo di questa sua richiesta ed ero allarmato perché il suo volto era teso e preoccupato: quando arriviamo in prossimità dell’infermeria si ferma, mi indica un punto ben preciso davanti a me e mi dice che proprio lì aveva visto un uomo, un estraneo camminare e che è scappato scavalcando il cancello non appena si era accorto della sua presenza. Rimango di sasso, senza parole, gli chiedo se è sicuro di ciò che aveva visto perché il cane non aveva abbaiato e ricevo come risposta la descrizione dettagliata di come era vestito.
Che fare? Prima di tutto mi faccio dire bene il cammino fatto dal visitatore, mi armo di torcia ed assieme a don Eliseo andiamo a controllare i saloni delle due televisioni, che si trovano proprio in prossimità della zona in cui è stato intravisto il losco individuo, per vedere se tutto era a posto. Fortunatamente non c’era niente di anomalo, nessun segno di infrazione: nel frattempo cerco di chiamare Liliana per informarle della cosa. Mentre tentavo di contattarla con il guardiano ci accordiamo per non uscire dal primo cancello: è pericoloso in quanto, al di fuori del cammino usato dal personale e dalle auto, per uscire la zona è incolta e l’erba alta per cui la possibilità che ci possano fare un’imboscata è alta. Si decide di avvisare dell’accaduto le due ragazze che dormono nella capanna un poco al di fuori della recinzione: restare lì è un rischio, si deve valutare come procedere in quanto hanno logicamente paura dopo aver sentito quanto riferito.
I miei tentativi di contattare Liliana non producono risultati, così procedo ad esaminare le finestre della dispensa e dei dormitori della ragazze più vicine al luogo in cui è avvenuto l’avvistamento, le uniche senza un’inferriata alle finestre: meglio sincerarsi di tutto, non si sa mai che sia successo qualcosa di irreparabile. Don Eliseo accende i riflettori del campo da gioco e controlla i saloni di studio e il centro fisioterapico: per fortuna è tutto a posto.
Finalmente ricevo la chiamata di Liliana: la informo dei fatti, è preoccupata, mi dice che va subito dalla polizia che è a cento metri da casa sua e mi consiglia di evacuare le due ragazze dalla capanna per la loro sicurezza, facendole riposare in uno dei dormitori delle bambine. Così faccio, ricevo una nuova telefonata da parte di Liliana che mi informa che dal presidio vicino a lei non c’è nessuno, ha dovuto chiamare la centrale a Warnes, lontano una decina di chilometri circa, che assicurano che verranno a vedere, promessa che non verrà mantenuta. Rimango con Don Eliseo fino alle tre e mezza, gli dico di chiamarmi per qualsiasi cosa che possa risultare strana e poi cerco di andare a riposare, anche se non è facile perché la paura c’è e la preoccupazione pure per quanto successo.
Il giorno dopo ci si accorda sulle prime misure urgenti da adottare perché dobbiamo rinforzare il sistema di sicurezza: si chiama un fabbro per realizzare le inferriate mancanti, si opta per installare dei neon da collocare nei punti più oscuri e si decide di potare gli alberi e togliere le siepi per avere più visibilità e per impedire che qualcuno possa nascondersi. Il venerdì abbiamo lavorato parecchio su questo punto e di lavoro ce n’è ancora tanto ma non possiamo tirarci indietro, soprattutto dopo quello che è passato! Stiamo valutando se dotare il guardiano anche di un apparecchio capace di dare una scossa elettrica ad un possibile aggressore, visto che attualmente non utilizza alcuna arma di difesa, a meno che non si consideri come tale un palo della scopa!
In questi giorni mi sto interrogando su questo episodio: cosa stava cercando quell’uomo? Voleva accertarsi se qui ci sia qualcosa da portar via, in vista di una seconda visita accompagnato da qualche complice? Era in qualche modo interessato alle ragazze del nostro centro? E’ entrato nella nostra proprietà soltanto per avere un accesso agevolato alla scuola, visto che dagli altri lati è circondata da una strada pubblica ben illuminata? Oppure ha osservato che c’è un viavai continuo di volontari stranieri (da qualche giorno sono arrivati i genitori di una delle due ragazze olandesi) ed è convinto che hanno portato molto denaro con sé? Purtroppo non c’è una risposta, l’unica certezza è che dobbiamo assicurarci di proteggere questi fanciulli nel miglior modo possibile perché ci sono stati affidati e per questo non possiamo far finta di nulla, dicendo che è stato solo un caso.
Tutto questo mi ha dato una scossa, mi ha riaperto gli occhi sui possibili rischi che si possono correre durante la notte… Mi hanno sempre detto che è consigliabile non uscire quando il sole tramonta, la gente si ubriaca, il rischio di vere e proprie imboscate è sempre presente soprattutto vivendo in campagna: tutto tristemente confermato dai quotidiani locali e dai pettegolezzi di quartiere. Ho sempre preso le mie precauzioni però dentro le mura dell’hogar mi sono sempre sentito al sicuro, forse convinto che nessun malintenzionato si sarebbe avvicinando ad un centro di accoglienza per ragazzi sfortunati: purtroppo mi son sbagliato di grosso, la Provvidenza per questa volta ci ha aiutato ed ha protetto i nostri fanciulli però ora tocca a tutti noi fare la nostra parte, cercando di rendere più efficace il controllo della struttura specialmente di notte.
Har baje

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