Sembra che la parola chiave per descrivere questo periodo
dell’anno sia acqua: per fortuna non siamo alle prese coi problemi dovuti alle
piogge eccessive dello scorso anno ma con un’altra bella gatta da pelare,
legata alla fornitura idrica dell’hogar.
Già in passato vi avevo descritto le difficoltà che avevamo
avuto nell’approvvigionamento dell’acqua durante i lavori per mettere il
cemento nel cammino che porta fino a qui (a proposito: non dovrebbe mancare
molto alla loro conclusione!) ma queste non sono niente rispetto a quello che ho
trovato al mio ritorno da La Paz: la cooperativa che ci rifornisce ha
minacciato di tagliarci l’acqua per un debito che è sorto nel 2008 ed è
cresciuto negli anni!
Il problema era noto, soltanto che non ci avevano mai dato
la cifra esatta e quando me l’hanno detta per poco non mi veniva un colpo:
24.000 dollari americani! Ma come è nato questo debito? Tutto nasce nel 2008:
il direttore dell’Hogar di allora, Padre Minghetti (nonché fondatore dell’opera),
aveva ottenuto un accordo scritto con il sindaco di allora affinchè il Comune
pagasse l’acqua al momento della consegna della bolletta da parte della
cooperativa. Il problema è che quest’ultima non ha mai emesso niente che
certificasse l’importo dovuto per cui il comune non ha mai pagato e tantomeno
la nostra struttura… Col cambio di direttore da una parte e della giunta dall’altro
le cose sono andate avanti così, nessuno se ne è mai interessato ed è così che
si è arrivati a questa cifra importante. Che fare ora? Ci dicono che possiamo
pagarne solo la metà ed il resto ce lo condonano ma è pur sempre un importo
elevato: si sta pensando di utilizzare parte del fondo che ci ha lasciato Padre
Giuseppe, che stiamo già intaccando per le spese del personale. Al momento si è
cominciato a pagare la bolletta già da gennaio: abbiamo voluto però un
contatore nuovo mentre io e Don Claudio stiamo controllando e sistemando
minuziosamente tutti i rubinetti, le docce, gli sciacquoni e le tubature per
verificare che non ci siano perdite d’acqua da qualche parte. Questo lo facevamo
anche prima ma ora questi controlli sono diventati importantissimi! Nel frattempo abbiamo chiesto ed ottenuto di avere la fattura con l'importo da pagare per il servizio e andremo dal comune con la speranza che ci possa sostenere in questa nuova spesa.
Oltre a questo inconveniente siamo alle prese con un’epidemia
di raffreddori e febbre, cominciata lo scorso venerdì e non sembra aver fine:
all’inizio si sono ammalati in tre, poi nei giorni seguenti i casi sono andati a
moltiplicarsi. I sintomi sono una febbre altissima con forti dolori alla testa,
alle ossa e ai muscoli, tosse e mal di gola: i piccoli malati non hanno neanche
voglia di mangiare! In questi casi il paracetamolo serve soltanto per abbassare
la temperatura per un paio d’ore in quanto subito dopo risale fino a quasi 40 e
l’unica soluzione è bagnarli, oltre a fargli bere molto. Nel curare i ragazzi ne
sono rimasto contagiato: da lunedì fino ad oggi ho sperimentato il tutto in prima persona e,
per la prima volta da quando sono qui, ho lasciato la porta della mia stanza aperta affinchè venissero a visitarmi perchè non avevo nemmeno la forza di
alzarmi, mi sentivo uno straccio! Devo ringraziare Sandra e Liliana per le loro
attenzioni, i ragazzi che mi hanno portato da mangiare nonché quelli che
aspettavano con trepidazione la mia guarigione perché, come mi hanno detto,
avevano tanta voglia di riabbracciarmi!
Har baje
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