giovedì 25 luglio 2013

Vacanza col brivido

Vi auguro di non trovarvi mai in mezzo ad una tormenta di neve a circa 4400 metri di altitudine: pochi giorni fa ho vissuto quest'esperienza e vi assicuro che non è piacevole!
Per raccontarvi il motivo per cui mi son ritrovato in questa situazione bisogna partire dal principio: grazie a Giulia ho saputo dell'esistenza del Salar di Uyuni, il più grande deserto di sale del mondo, qui in Bolivia. Dopo aver visto qualche immagine del posto e le insistenze sia di Giulia che di Liliana (l'amministratrice dell'hogar) ed aver avuto il beneplacito del direttore della struttura Padre Ottavio, ho deciso di partire anche perchè sentivo la necessità di staccare la spina e riposare un po'... Anche i missionari hanno bisogno di qualche giorno di vacanza!
Dopo aver fatto tutti i preparativi, ecco che mercoledì scorso partiamo alla volta di Uyuni, dove arriviamo di notte a causa del ritardo dell'aereo per la nebbia presente a Santa Cruz. 
Il giorno dopo veniamo a sapere che il nostro tour programmato di 2 giorni sarà invece di 3 a causa di un disguido: poco male, l'agenzia di viaggi a cui ci siamo rivolti io e Giulia dice che non dovremo pagare alcun sovrapprezzo e così optiamo per il giro più lungo. Non ci siamo affatto pentiti: il paesaggio è stato stupendo, da mozzare il fiato, ed è incredibile pensare che l'enorme distesa di sale abbia avuto origine da un lago preistorico ed ora si trova a oltre 3000 metri di altitudine! Qui anche gli edifici, i tavoli, i letti vengono fatti con il sale, grazie a dei blocchi duri come la roccia.
Il giorno seguente si comincia a salire ma l'altitudine non la sento: visitiamo dei laghi in cui vivono dei fenicotteri rosa e poi attraversiamo un deserto a 4500 metri di altezza, impressionante! E' da qui che il viaggio comincia a prendere una piega negativa: inizia a nevicare ma la nostra guida ci dice di non preoccuparsi e che si può proseguire come da programma, tanto non ci saranno problemi. I fiocchi aumentano, così come il vento: il giorno dopo ci svegliamo sotto quasi mezzo metro di neve e con un vento fortissimo che solleva da terra il manto bianco che la ricopre, riducendo la visibilità ad un metro. La nostra guida come le altre decide di partire e soltanto dopo pochi metri ci accorgiamo di quanto questa idea fosse improponibile ed una pazzia: ci siamo impantanati nella neve due volte, altre due macchine si sono scontrate col risultato che una ha cominciato a perdere carburante e la visibilità diminuiva ancor di più.... Assieme a chi c'era nella mia vettura imponiamo alla guida di tornare indietro perchè era pericolosissimo ed assieme ad un ragazzo francese sono sceso dal veicolo per convincere gli altri a desistere dal tentativo di continuare il tour: soltanto tre macchine su circa trenta ci ascoltano. Per ritornare all'albergo che ci ha ospitato la notte precedente, distante all'incirca 200 metri, ci abbiamo impiegato 4 ore ed alla fine veniamo a sapere che tutti i veicoli son ritornati lì: mancavano all'appello due macchine e soltanto grazie al ragazzo francese ed ad un italiano sono state tratte in salvo delle ragazze che vi erano a bordo... Erano al limite del congelamento, sconvolte e sono rimaste intrappolate per più di 10 ore: praticamente i due gli hanno salvato la vita!
Di fronte a questa situazione mi pareva di vivere in un film, non riuscivo a credere di trovarmi davvero lì, per qualche attimo ho temuto che non ce l'avrei fatta e mi rattristavo del fatto che, forse, non avrei più visto la mia famiglia ed i miei amici.... E' stato solo un momento perchè subito mi son detto che il Signore mi aveva affidato dei bambini e quindi non poteva volere che morissi così, anzi mi avrebbe aiutato ancora una volta: è stato davvero così!!! La domenica abbiamo potuto constatare che il vento forte aveva spazzato via la neve e così siam potuti tornare sani e salvi ad Uyuni e poi, dopo un'odissea di 2 giorni, finalmente all'hogar dove tutti i bambini mi hanno accolto con un abbraccio forte forte.... E' stato forse il momento più bello della vacanza, mi son sentito come esser tornato veramente a casa!!!
Nonostante questa disavventura devo ammettere che questi giorni mi hanno fatto conoscere di più questo Paese: nelle grandi città come Sucre o Potosì la gente abita in case non terminate e non intonacate e nei piccoli villaggi in abitazioni fatti di fango e con il tetto in lamiera, a volte con sopra dei massi per far sì che il vento non lo porti via. 
Ho potuto condividere con una famiglia boliviana una serata nella loro stanza che fa da cucina, sala da pranzo e camera da letto e son stato nel bus con la gente del posto, scoprendo la fatica di un viaggio interminabile ed in cui ti porti dietro davvero di tutto. 
Ho appreso quali siano le difficoltà nel vivere in quota e come la gente possa vivere in posti così alti, senza riscaldamento e senza possibilità di comunicare col mondo se non con una radio, in case che sembrano baracche e in cui manca quell'igiene e pulizia a cui noi siamo abituati. 
Ho potuto ammirare le bellezze che la natura ha regalato a questo Paese ed ho notato come però l'uomo non le tuteli, lasciando ovunque spazzatura.
Ho imparato ancora una volta quanto sia importante affidarsi a Qualcuno, che mai ci tradisce e ci dà la forza per superare ogni difficoltà.
Har baje 














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