martedì 12 febbraio 2019

Acchiappa la pecora!


Spesso capita che quando mi faccio aiutare dai ragazzi la cosa si trasformi in un'avventura così appassionante e divertente che sarebbe un peccato non raccontare: in questi giorni è successo nuovamente e la vicenda si sta ripetendo così tante volte che ormai non viene più vista dai fanciulli come un semplice lavoretto ma più come un gioco, tanto che fanno a gara per vedere chi tra loro potrà venire a darmi una mano.
Protagoniste loro malgrado delle vicenda sono le nostre pecore: da quando sono tornato mi avevano informato ed avevo io stesso notato che un esemplare adulto presentava delle protuberanze nel corpo ed era arrivato il momento di doverla esaminare da vicino per capire se e come si dovesse intervenire. C'era un problema ed anche bello grosso: le cinque bestiole pascolano nell'area verde presente tra i due cancelli di entrata dell'hogar, che corrisponde grosso modo a quella in cui è costruita la struttura, e non sono facili da avvicinare... O meglio per quanto riguarda Negrita, la capobranco, non ho alcuna difficoltà perchè ormai mi riconosce e si lascia persino accarezzare ma le altre, specialmente il maschio, se ne vanno via correndo soprattutto se mi avvicino ed inavvertitamente faccio un movimento un po' troppo rapido: la sorte ha voluto che fosse proprio una di queste quella da controllare.
All'inizio ho provato ad andare loro vicino lentamente e sussurrandogli qualcosa o porgendogli del cibo o del sale ma l'unica che mi veniva incontro o rimaneva comunque tranquilla nonostante la mia presenza era Negrita: non mi rimaneva altra soluzione che cercare di metterle in un angolo o nel recinto più piccolo che avevamo realizzato qualche tempo fa in modo da riuscire ad acchiapparle... Avevo bisogno dei ragazzi in quanto non sarei mai riuscito a farlo da solo: con il loro appoggio ero sicuro di riuscire nell'intento. Alla mia richiesta di aiuto hanno risposto in tanti ma la scelta doveva andare sui più grandi perchè più forti e robusti e puntare su un gruppetto composto da massimo 5 elementi, più facile da gestire e che non avrebbe spaventato il nostro gregge.
La nostra strategia era circondare le pecore senza gridare e cercando di non fare movimenti troppo bruschi, l'ideale era quello di isolare il nostro obiettivo e di metterlo nella possibilità che non potesse scappare per poi afferrarlo: cosa più semplice da dire che da fare! Quando siamo entrati nell'area destinata ai nostri animali, armati anche dello spray che eventualmente sarebbe servito per curarli, alcuni dei ragazzi si sono fatti prendere dall'entusiasmo e gli sono corsi incontro: il risultato, scontato, è che gli ovini se la sono andata a gambe levate. Gli ho ribadito di agire con calma ed ho indirizzato due dei fanciulli da una parte e due dall'altra mentre io con l'ultimo rimasto ci saremmo avvicinati piano piano sussurrandogli qualcosa... Come previsto Negrita si è lasciata accarezzare mentre le altre a sorpresa si sono fatte sempre più prossime, quasi riuscivo a toccarle ma proprio sul più bello sono fuggite via! E dietro di loro a rincorrerle c'erano i miei aiutanti! Lascio immaginare quello che è seguito: a turno ci siamo avvicendati nel dirigere il branco, o meglio il nostro bersaglio, dove volevamo ma invano... Io stesso, tra le risate generali, mi sono ritrovato a correre dietro le bestiole e quanti rimproveri mi sono preso quando sono riuscito ad afferrarle ma non a trattenerle perchè il loro dorso è piuttosto scivoloso visto che sono degli esemplari a pelo corto.
La nostra caccia praticamente dura all'incirca tre quarti d'ora e lascia sfiniti sia noi che le pecore: la fatica però è ben ripagata nel vedere la faccia dei ragazzi quando finalmente siamo riusciti nel nostro intento! Il nostro obiettivo è ormai nelle nostre mani e posso notare che i gonfiori che presenta sono dovuti al boro-boro, una larva di una mosca che nel crescere provoca questo rigonfiamento. Mentre la tengo ferma indico ad uno dei fanciulli di spruzzare lo spray che ci eravamo portati dietro allo scopo di prevenire l'infezione e di eliminare il parassita, sapendo che quest'operazione deve essere ripetuta per diversi giorni: tutti guardano interessati, incuriositi e rimangono affascinati da quella che mi piace definire come una lezione pratica di scienze naturali.
Raggiunto il nostro scopo accontento la richiesta dei ragazzi perchè se lo sono proprio meritato: gli concedo di dirigersi verso il pacay, un albero che produce dei baccelli commestibili e si trova proprio nella zona di pascolo delle pecore, e non posso far altro che aggregarmi, ridendo e scherzando con loro mentre saltano tra un ramo ed un altro alla ricerca di quella che ho scoperto essere una vera e propria prelibatezza.
Har baje

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